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Vie secondarie di eliminazione

Vie secondarie di eliminazione pharmaceuticalchemistry.altervista.org

VIE SECONDARIE DI ELIMINAZIONE:
polmonare: per F gassosi o volatili, passaggio per diffusione passiva
salivare: pH=6,2, soprattutto per F basici
cutanea: attraverso sudore, sebo, capelli, peli, cellule epidermiche
latte: importanti per i possibili effetti sul lattante
lacrime: irrilevante quantitativamente

Un parametro farmacocinetico rilevante e legato alla Clearance è l’ emivita
Emivita: tempo di dimezzamento di un F, tempo necessario perché la concentrazione plasmatica di un F si dimezzi (riduca del 50%) durante l’eliminazione.
L’emivita di un F non dipende dalla sua concentrazione plasmatica, essa dipende dall’efficienza dei sistemi di eliminazione del F (Clerance d’organo e di sistema). Ha a che vedere anche con il V di distribuzione del F, tanto maggiore è il V di distribuzione tanto maggiore è l’emivita.
Perché l’emivita è importante? Dopo una singola somministrazione, maggiore è l’emivita più a lungo la concentrazione plasmatica rimarrà nella finestra terapeutica.
Ci permette di determinare il tempo richiesto per raggiungere lo stato stazionario con somministrazione cronica ( ripetute). Con l’emivita capisco quanto tempo devo attendere dalla somministrazione del F per raggiungere lo steady state (servono 5-6 emivite). Stato stazionario (steady state): mi serve per mantenere la finestra terapeutica.
Più  è lunga l’emivita più il F mi assicura una maggiore durata d’azione. Servono 5-6 emivite per eliminare del tutto un F dopo la sospensione.
Dopo un’emivita ho ridotto la concentrazione del F di metà ma ho anche raggiunto il 50% della concentrazione dello stato stazionario.
Serve anche per decidere gli intervalli di somministrazione di un F.
Come decido l’intervallo di somministrazione?
Decido la dose del f e come frazionarla (regime terapeutico). Non devo aspettare che dopo la prima somministrazione il F venga completamente eliminato per procedere con la seconda somministrazione.. Così non raggiungo lo stato stazionario e inoltre passa  molto tempo tra una somministrazione e l’altra in cui non rientro nella finestra terapeutica (sotto la concentrazione minima efficace).
Lo faccio solo in casi eccezionali, per es con la cura dell’epatite C con l’interferone alfa, perché se raggiungessi lo stadio stazionario avrei tanti effetti di tossicità.
Devo dare la dose successiva quando c’è ancora abbastanza F della dose prima. Il F così si accumula e in 5-6 emivite arrivo allo stato stazionario. L’emivita serve perché così capisco quanto T devo aspettare per dare la seconda somministrazione rientrando ancora nella finestra terapeutica della prima somministrazione.
È importante non avere troppe somministrazioni al giorno altrimenti non ho la compliance e rischio che il paziente non prenda il F.
Più riduco la dose di F che prendo e minore sono le oscillazioni della curva di concentrazione, sono più sicuro di stare nella finestra terapeutica, il frazionamento del F non deve però mai eccedere come detto prima.