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La memoria

La memoria pharmaceuticalchemistry.altervista.org

Prima di illustrare la funzione e le patologie legate alla corteccia temporale (costruisce le due figure) è necessario chiarire, anche se per sommi capi, il funzionamento della memoria. 
Di questo argomento ci occuperemo, nei dettagli, in un altro saggio. 
Al fine della comprensione di quanto verrà di seguito espresso, possiamo affermare che la memoria è un ricostruire quanto è stato costruito in precedenza. 
Quando, per esempio, vediamo un “oggetto”, per esempio il nostro cane, i recettori sensoriali della vista attivano i sistemi occipito/parietale ed occipito/temporale che costruiscono le due figure e i due sfondi. Quando ci “rappresentiamo mentalmente” l’immagine del nostro cane, alcune strutture subcorticali riattivano i centri corticali occipito/parietale ed occipito/temporale che ricostruiscono figure e sfondi. 
La differenza tra “percezione” e “rappresentazione mentale” è determinata esclusivamente dai circuiti che attivano i sistemi del “dove” e del “che cosa” (dorsale e ventrale per la visione). Quando il circuito è costituito dai recettori sensoriali + il talamo si ha la “percezione”. Quando il circuito è costituito da ippocampo + corpi mammillari + talamo si ha la “rappresentazione mentale”.

L’ippocampo, i corpi mammillari ed il talamo hanno funzioni diverse. 
Chiariamole con un esempio.
Supponiamo di guardare per la prima volta una persona, di nome Francesco. I recettori della retina inviano i loro segnali al “talamo”
Il talamo fa scaricare ordinatamente le colonne dei due sistemi ventrale e dorsale, in tal modo Francesco viene costruito all’interno dei sistemi di riferimento spazio/temporali.. I due sistemi, intanto, inviano impulsi all’ippocampo. Questa struttura subcorticale ha il compito di costruire un “codice di attivazione” . I corpi mammillari conservano questo codice di attivazione costruito dall’ippocampo sotto gli impulsi della corteccia.
Se il giorno dopo richiamo alla mente la “immagine” di Francesco, i corpi mammillari, utilizzando i loro codici di attivazione, inviano segnali al talamo che mette in funzione i due sistemi, “dorsale” per gli sfondi, “ventrale” per le figure. In tal modo la rappresentazione mentale è costruita. Rispetto alla percezione, la “rappresentazione mentale” è poco nitida, non essendo attivata dai recettori sensoriali della retina.

Il ricordo si differenzia dalla rappresentazione mentale in quanto esso ha la funzione di riconoscere immediatamente un oggetto e di integrare la percezione con l’esperienza vissuta.
Vediamo come funziona.
Supponiamo, dopo una settimana di incontrare Francesco. Ancora una volta i recettori della retina inviano i loro segnali al talamo che attiva le due vie del “dove” e del “che cosa”. I due sfondi e le due figure vengono in tal modo costruite.
Contemporaneamente si attiva il circuito subcorticale, corpi mammillari – talamo. Esso invia segnali alla corteccia affinché costruisca autonomamente le due figure. Queste due figure, immobile e mobile, contengono l’impronta degli sfondi di Francesco già percepiti, la settimana precedente. Lo sfondo, infatti, avvolge la figura, la quale ne è la parte mancante.
Sui due sfondi percepiti si inseriscono le figure conservate in memoria. In tal modo il cervello le riconosce.
Ovviamente è possibile il procedimento inverso. I circuiti subcorticali attivano gli sfondi su cui si inseriscono le figure costruite nella percezione.
Se ad essere danneggiata è la corteccia temporale è impedito il primo procedimento. Si ha in questo caso l’amnesia mnestica. Se ad essere danneggiata è la corteccia parietale viene impedito il secondo procedimento. Si ha in questo caso l’amnesia appercettiva.

Quanto abbiamo su detto sul ricordo è la spiegazione più semplice. In effetti è ovvio che il meccanismo debba essere più complesso. Basti pensare che, entrando nella nostra stanza da pranzo, con un breve sguardo ricostruiamo lo spazio circostante con gli oggetti presenti. 
A mio avviso vi è una integrazione delle nuove esperienze con l’intera nostra conoscenza. Essa avviene sfruttando più figure e più sfondi costruiti dai due sistemi. Alcuni aiutano ad arricchire l’esperienza, altri costituiscono la semplice percezione. D’altronde si sa che tanto la via parvicellulare quanto la via magnocellulare sono formati da più vie parallele che proiettano nella corteccia. 
Perché non supporre che ciascuna via costruisca una propria figura ed un proprio sfondo?
Questo spiegherebbe perché quasi tutte la patologie hanno numerose dissociazioni. La NSU, per esempio, può colpire selettivamente la rappresentazione mentale, essendo salvaguardata la percezione; oppure può accadere l’inverso.

 

LE PATOLOGIE DEL SISTEMA OCCIPITO/TEMPORALE

 


A livello occipito/temporale dove i costrutti sono organizzati retinotopicamente, le patologie interessano i primi stadi di costruzione delle due “figure” o “oggetti”, la prima legata al mondo fisico (emisfero destro); la seconda legata al mondo psichico (emisfero sinistro)
Agnosia per le forme
“Questa patologia identifica la incapacità di cogliere l’input sensoriale in una forma pregnante che si stacchi rispetto allo sfondo ed ad altre figure. Il paziente fallisce in compiti di accoppiamento di figure uguali, nel seguire con uno stilo i contorni di una figura, nel discriminare un quadrato da un rettangolo o un ellissi da un cerchio e non è in grado di copiare un disegno elementare”. (Con linguaggio realistico è descritta la funzione della corteccia occipito/temporale di costruire la figura.

L’agnosia per le forme fa parte della agnosia appercettiva. In genere questa agnosia concerne i primi stadi della percezione, quando la figura viene costruita a livello retinotopico

 

LE PATOLOGIE DELLA CORTECCIA TEMPORALE

 

l’agnosia associativa.
Questo tipo di agnosia concerne stati di elaborazione più avanzata del processo di costruzione delle figure. 
Il termine associativa è, a mio avviso improprio. Come vedremo in seguito, le varie associazioni sono realizzate nella corteccia frontale per cui non vi è alcun legame tra una figura ed un’altra nella corteccia temporale. Io parlerei di integrazione dell’esperienza. Se, per esempio, entriamo in una stanza mai vista prima, questa immagine, attiverà, a livello subcorticale e, perché no, anche a livello percettivo, (le figure come abbiamo supposto sono più d’una) rappresentazioni di una conoscenza generale delle stanze. Sappiamo che hanno una forma di parallelepipedo, che alcune sono provviste di porte e/o finestre. Già la stessa luminosità ci fa comprendere, prima ancora della sua visione diretta, la presenza di un’apertura (porta o finestra) da cui filtra la luce. Fatto analogo avviene per quanto riguarda i vari oggetti, per esempio i televisori. I vari costrutti si sovrappongono costituendo una immagine generale che si attiva quando viene visto un nuovo televisore con il suo sfondo.