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Teoria della percezione

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Il meccanismo della percezione deve, necessariamente, essere semplice. Non convincono le teorie attuali che ipotizzano complesse elaborazioni a vari stadi. Infatti, quasi tutti gli animali sono in grado di vedere oggetti in movimento, in brevi frazioni di secondo e, se per osservare un oggetto, il cervello si perdesse in complesse elaborazioni, mancherebbe il tempo per catturare la preda o sfuggire ad un predatore.
Riepilogando quanto finora esposto, vi sono tre componenti essenziali per formalizzare una nuova teoria sulla percezione.

il sistema visivo ( e come vedremo in seguito, anche gli altri sistemi percettivi) utilizza due vie in parallelo per la costruzione dell’immagine
lo spazio ed il tempo sono forme pure delle sensazioni esterne e del senso interno
la separazione della figura dallo sfondo è la funzione fondamentale di ogni percezione

A questi tre punti va aggiunta la considerazione di carattere generale concernente la funzione costruttiva del cervello
Affermiamo che:

la funzione fondamentale di ogni percezione è quella di costruire per ogni emisfero cerebrale una figura ed uno sfondo
Le due figure sono costruite dal sistema occipito/temporale; i due sfondi sono costruiti dal sistema occipito/parietale.
L’emisfero destro costruisce una figura mobile su uno sfondo fisso; l’emisfero sinistro costruisce una figura fissa su uno sfondo mobile.
Lo sfondo fisso costruito dall’emisfero destro costituisce la dimensione spaziale dello “oggetto”, è il sistema di riferimento spaziale; lo sfondo mobile, costruito dall’emisfero sinistro, costituisce la dimensione temporale dello “oggetto”, è il sistema di riferimento temporale

In questo articolo per semplificare il discorso non ci occupiamo dei colori.
Il sistema magnocellulare o “dorsale” non costruisce i dettagli fini. Esso, infatti, è preposto alla costruzione dei due sfondi. Il sistema parvicellulare o “ventrale” costruisce i dettagli fini della figura, costruisce pure i colori, essendo preposto alla costruzione degli oggetti.   
Per capire come ciò accade, facciamo un esempio esplicativo. 
Immaginiamo di dover tracciare con la penna una linea su di un foglio. Per poterlo fare è necessario che mentre la penna scorre sul foglio, quest’ultimo stia fermo. Infatti, se anch’esso si muovesse assieme alla mano, la linea non potrebbe essere tracciata.
Vi è però un secondo modo di tracciare la linea. Si può tenere ferma la mano e muovere il foglio sottostante. 
Non esiste una terza possibilità. Se penna e mano si muovono contemporaneamente oppure stanno ambedue immobili la linea non può essere tracciata.
L’esempio su addotto spiega abbastanza bene come viene costruito lo “oggetto”. 
Nel nostro esempio, la mano con la matita è il sistema ventrale, il foglio è il sistema dorsale.

Quando osserviamo qualcosa, per esempio un bicchiere, il sistema oculomotore segue la forma del bicchiere.  Esso percorre un itinerario preciso dettato dalla “forma dello “oggetto”.  I numerosi segnali che provengono dalla retina, in particolare quelli relativi alle variazioni di luminosità, eccitano specifiche cellule del sistema colonnare della corteccia visiva primaria. Le cellule sensibili alle variazioni di luminosità scaricano seguendo specifici orientamenti di linee che costituiscono il contorno dello “oggetto”. Ricordiamo che i segnali giungono al cervello ordinati dal sistema retinotopico. 
Nel tracciare questo profilo i due sistemi (dorsale e ventrale) devono separare i numerosissimi segnali che provengono dai recettori sensoriali. Devono fare una scelta. Porre l’attenzione su alcuni e scartarne altri. Se non vi fosse questa selezione il sistema crollerebbe sotto il peso delle numerose informazioni. 
Gli elementi focalizzati dal sistema ventrale compongono la figura; gli elementi focalizzati dal sistema dorsale costituiscono lo sfondo
Mentre il sistema oculomotore segue la”forma del bicchiere” il sistema ventrale traccia questa forma su uno sfondo immobile, costruito dal sistema dorsale. Questa funzione viene espletata nell’emisfero destro. 
Contemporaneamente il sistema ventrale traccia la medesima forma rimanendo immobile; in questo caso è la mobilità dello sfondo costruito dal sistema dorsale che consente di disegnare la figura. Questa funzione è espletata nell’emisfero sinistro.

Immaginiamo di dover effettuare il disegno di due oggetti, un bicchiere e una bottiglia.
Dapprima realizziamo il primo disegno spostando la matita e tenendo fermo il foglio. Successivamente stacchiamo la matita dal foglio, quindi eseguiamo il secondo disegno.
In questo caso i due oggetti disegnati occupano un “posto” diverso nello “spazio”
Effettuiamo adesso lo stesso disegno utilizzando il secondo metodo, tenendo ferma la matita e movendo lo sfondo. Effettuato il primo disegno stacchiamo la matita, nel frattempo lo sfondo è andato avanti, adesso effettuiamo il secondo disegno, sempre movendo lo sfondo. In quest’occasione i due oggetti sono disegnati in “successione temporale”, prima l’uno, poi l’altro.
Nel cervello, lo ribadiamo il sistema dorsale espleta la funzione del foglio, il sistema ventrale quello della matita.

Proviamo a tradurre in termini operativi il concetto di percezione visiva di più oggetti nello spazio. Essa consiste nel disegnare nitidamente gli oggetti spostando la matita su uno sfondo immobile.
Proviamo a tradurre in termini operativi il concetto di rappresentazione di più oggetti in successione temporale. Essa consiste nel disegnare nitidamente gli oggetti, tenendo ferma la matita e movendo lo sfondo.